La sorpresa è stata trovare Nebbia di Miguel de Unamuno quando l’aereo era in fase di decollo. Questo vuol dire che avevo intenzione di leggerlo prima ancora di programmare il viaggio a Madrid, ma era rimasto lì, dimenticato nella libreria virtuale del mio vecchio Kindle, in attesa di un momento più suo. La trama ha quel gioco metanarrativo che mi piace molto: per i primi tre quarti della storia, il giovane Augusto Peréz vive una relazione tormentata. S’innamora, in teoria di Eugenia, una donna che vede a stento in un giorno di pioggia, ma è l’idea stessa dell’amore ad attrarlo. L’intuizione amorosa è come un barlume nella nebbia , dice Augusto, dopo viene il resto. Accadono cose, cause e conseguenze, che portano Augusto fino alla porta di Miguel de Unamuno, lui proprio lui. L’uno aveva letto un saggio dell’altro, si era sentito finalmente compreso e voleva condividere la decisione che aveva preso per risolvere i suoi drammi: il suicidio. Ma Unamuno chiarisce subito le regole del gioc
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