Il fascino della Southern Literature

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Ecco che incontro un ostacolo prima ancora di cominciare. Provo a delineare appena qualche contorno, mi dico che le cose complicate non piacciono a nessuno. Ma è così importante quello che sto scoprendo e potrebbe essere utile a qualcuno. Qualcuno che potrebbe incuriosirsi e sentire la voglia di approfondire. A qualcuno, addirittura, potrebbe anche piacere. Questo, a giustificazione del fatto che sto per intraprendere un percorso pieno di vicoli ciechi e false partenze. Al di là delle classificazioni, perché quelle mi interessano poco. 
 
Il problema è che la letteratura del Sud è uno stato d’animo e non è mai facile capire i sentimenti degli altri. Una cosa che ho capito è che non riusciremo mai a comprenderla se ci limitiamo a osservarla dall’esterno. Allora dobbiamo prendere spunto da Flannery O’Connor: «Personalmente affronto i problemi letterari proprio come faceva la governante cieca del Dottor Johnson quando versava il tè: metteva il dito nella tazza». Flannery è una scrittrice che citerò spesso nei miei racconti del Sud perché meglio rappresenta il genere di cui voglio parlarvi. 
La letteratura del Sud si fatica a comprendere, forse spaventa anche un po’. Io voglio provare a renderla più accessibile, meno misteriosa. O, meglio: voglio cercare di trasmettere il fascino di quel mistero.

Una definizione indefinita

Il termine southern literature fa riferimento alla letteratura che descrive la vita negli Stati Uniti del Sud (South Carolina, Georgia, Florida, Alabama, North Carolina, Virginia, Tennessee, Mississippi, Louisiana, Texas, Oklahoma, Kentucky, West Virginia e Arkansas), che nasce da scrittori vissuti in quei territori o, ancora, scrittori vissuti in altri luoghi ma che trattano argomenti affini a quelli sviluppati dai Sudisti. Di solito, si distingue in base a quattro periodi storici: antebellum literature, post-bellum literature, the "renascense" literature e il recente postmodernismo. Caratterizzata da temi, strutture, messaggi e trame simili, la letteratura del Sud assume poi mille sfumature diverse. Immaginatele un po' come tanti emissari di un grande lago; the slave narrative, the plantation novel, the southern pastoral literature, the counter-pastoral literature, southern modernism, southern grotesque e "grit lit" (grit come gritty, grintoso, e come grits, fiocchi d'avena). Ma le etichette non sono più che convenzioni, un modo di tenere assieme la ricchezza e la diversità di questa parte d'America rappresentata da tre secoli di scrittura.

Un poco di storia

Il primo vero libro americano è del 1608, ed è La vera relazione di ciò che è accaduto in Virginia (A True Relation of such occurrences and accidents in Virginia), il diario di John Smith, il capitano britannico che fu il presidente del primo insediamento inglese nell'America settentrionale. L'istituzione della schiavitù iniziò qualche anno dopo, con la prima importazione degli africani nel 1620, e proseguì fino al 1865, con il passaggio del XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti a seguito della Guerra civile. Nella seconda decade del diciannovesimo secolo, se il Nord industrializzato si orientava verso l'abolizione della schiavitù, l'economia del Sud si basava ancora sull'agricoltura e gli schiavi venivano impiegati nella maggior parte delle piantagioni. La southern slavery literature trasferì nella scrittura il dibattito sulla liceità dello schiavismo: c'era chi considerava gli schiavi come parte integrante del processo di sviluppo e chi contestava la supremazia di una razza sull'altra. Il libro che divenne il simbolo della lotta contro la schiavitù fu La capanna dello zio Tom (Uncle Tom's Cabin) di Harriet Beecher Stowe, pubblicato nel 1852. Così importante nella storia dell'epoca, che tutta la produzione letteraria pro-schiavismo fu definita anti-Tom literature (un esempio è The Sword and the Distaff, il libro di William Gilmore Simms pubblicato qualche mese dopo il romanzo di Stowe).

Poco dopo la sconfitta subita nella Guerra civile, il Sud attraversò un periodo di crisi. Subentrò, negli uomini e nella letteratura, un senso di nostalgia. È il periodo della Lost Cause (la "causa persa"), termine coniato dallo scrittore Edward Pollar. Il genere southern pastoral nacque per esprimere la tensione tra la memoria del passato e l'esperienza del tempo presente. Gli scrittori idealizzavano, attraverso i loro libri, il Sud rurale e la cultura perduta. Tra il 1920 e il 1930, la letteratura del Sud conobbe un nuovo inizio grazie alle opere dei modernisti. Il southern modernism denunciava la perdita dei valori e la decadenza dell'autorità, sia religiosa che governativa. Intere famiglie rinunciarono alla vita campestre per raggiungere le grandi città industrializzate e il progresso tecnologico divenne, secondo gli uomini rimasti fedeli alle campagne, la causa principale della corruzione dell'animo umano. Ancora nostalgia del tempo perduto ma un uso della lingua del tutto nuovo: la linearità della classica struttura narrativa lasciò il posto ad architetture più flessibili e innovative (questi sono gli anni di William Faulkner). Ai modernisti, si affiancarono i rappresentanti del southern humor, scrittori che espressero il loro disagio attraverso l'ironia, utilizzata per documentare la cecità e l'egoismo della classe borghese. Tra questa, la letteratura più inquietante è la southern gothic (o grotesque) literature. Secondo la definizione classica, la letteratura gotica si differenza dalla più generica tradizione letteraria del Sud per l'uso di personaggi eccentrici, grotteschi, compromessi in situazioni d'alienazione o violenza.

In un'intervista rilasciata per un documentario girato negli Stati Uniti, lo scrittore Tom Franklin (Alabama, 1962) spiega che la letteratura del Sud è così violenta, così nera, così cupa, perché «nel mezzo di un conflitto il cuore umano è più a nudo». La letteratura del Sud nasce dai contrasti perché la storia del Sud è la storia di una battaglia eterna. È una letteratura che si è scontrata contro ogni barriera – sessuale, razziale, religiosa – ma soprattutto è una cultura che lotta contro se stessa, divisa tra l'istinto di ribellione e un forte spirito conservatore. È una letteratura disturbante, che racconta di territori desolati nei quali la natura è alternativamente paradiso o inferno. 
 
Questo è, più o meno. Queste sono le definizioni ufficiali, le stesse che andremo a mettere in discussione volta per volta; un'altra cosa che ho imparato è che, se è vero che ogni scrittura è diversa dall'altra, questo vale ancor più per gli autori del Sud. Anzi, molto spesso uno scrittore fa categoria a sé. Io vi racconterò la vita di alcuni di loro, i miei preferiti, vi parlerò di qualche libro che hanno scritto, quelli che penso siano i migliori per cominciare a conoscerli. Dovete solo concedere loro una possibilità, e, se riuscite, dovete fidarmi anche un po' di me.


Commenti

  1. Sono pronta.
    Paola C. S.

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    1. Anche perché uno dei tuoi romanzi preferiti, Via col vento, è un altro dei libri che rappresentano la letteratura del Sud: la Mitchell era della Georgia!

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  3. Sto cercando bibliografia per la tesi della mia ragazza, guarda un po' chi salta fuori...

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  4. Complimenti per la precisa rassegna storica e i chiarimenti concettuali della letteratura del sud degli USA. Sto facendo la corte a W. Faulkner perché vorrei leggere un suo libro, ma so che è un narratore difficile da avvicinare. Per il momento mi sono "accontentato" di leggere la O'Connor, la Welty e la Katherine Porter stelle che ruotano attorno al grande sole Faulkner.
    Chiedo a te, Maria, se puoi consigliarmi dei libri di Faulkner che mi facciano entrare nel suo mondo letterario in modo graduale; a meno che non ci siano romanzi che esprimano la gradualità, nel senso che sono tutti difficili da seguire. Per esempio, ho letto molto volentieri "Furore" di Steinbeck, mentre non sono riuscito a finire "La valle dell'Eden".
    Ringrazio e attendo una tua risposta.
    Mario

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    1. Ciao Mario, non credo che esista un Faulkner più accessibile, nel senso che ciò che sembra una difficoltà d’interpretazione è parte delle sue intenzioni. Però magari potresti cominciare dalle raccolte di racconti oppure provare con Assalonne, Assalonne! Ti dico, però, che io mi sono innamorata di lui leggendo L’urlo e il furore, che è uno dei suoi libri più iconici (e criptici) quindi è tutto relativo.

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