Il testamento di Tito in un racconto di Flannery O’Connor

Le donne si voltarono tutte verso il signor Head. L'infortunata si alzò a sedere e urlò: «Ehi, signore! Pagherà il conto del mio medico fino all'ultimo soldo, per il danno che mi ha fatto il suo bambino! È un delinquente minorenne. Dov'è un agente? Prendete il nome e l'indirizzo di quest'uomo!» 

Il signor Head stava cercando di staccare le dita di Nelson, che gli affondavano nella carne delle gambe. Aveva ritirato la testa nel colletto, come una tartaruga, e aveva gli occhi vitrei di paura e diffidenza. «Il suo bambino mi ha rotto la caviglia!» urlava la vecchia. «Polizia!». Il signor Head avvertì, alle proprie spalle, l'arrivo di un poliziotto. Fissò le donne, che nella loro furia si erano unite in un muro compatto per chiudergli ogni via di scampo. «Questo non è il mio bambino», dichiarò «Non l'ho mai visto prima.»
Non avrai altro Dio all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare: 
genti diverse venute dall'est 
dicevan che in fondo era uguale. 
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male. 
Credevano a un altro diverso da te 
e non mi hanno fatto del male.

Non nominare il nome di Dio, 
non nominarlo invano. 
Con un coltello piantato nel fianco 
gridai la mia pena e il suo nome: 
ma forse era stanco, forse troppo occupato, 
e non ascoltò il mio dolore. 
Ma forse era stanco, forse troppo lontano, 
davvero lo nominai invano. 

Onora il padre, onora la madre 
e onora anche il loro bastone, 
bacia la mano che ruppe il tuo naso 
perché le chiedevi un boccone: 
quando a mio padre si fermò il cuore 
non ho provato dolore. 
Quando a mio padre si fermò il cuore 
non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste. 
Facile per noi ladroni 
entrare nei templi che rigurgitan salmi 
di schiavi e dei loro padroni 
senza finire legati agli altari 
sgozzati come animali. 
Senza finire legati agli altari 
sgozzati come animali. 

Il quinto dice non devi rubare 
e forse io l'ho rispettato 
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie 
di quelli che avevan rubato: 
ma io, senza legge, rubai in nome mio, 
quegli altri nel nome di Dio. 
Ma io, senza legge, rubai in nome mio, 
quegli altri nel nome di Dio. 

Il signor Head aveva le spalle cadenti e la testa così bassa che, da dietro, non si vedeva. Alla fine, lanciò un'occhiata breve e speranzosa alle sue spalle. A dieci passi, vide due minuscoli occhi neri che gli affondavano nella schiena come i rebbi di un forcone.

Non commettere atti che non siano puri 
cioè non disperdere il seme. 
Feconda una donna ogni volta che l'ami 
così sarai uomo di fede: 
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane 
e tanti ne uccide la fame. 
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore: 
ma non ho creato dolore. 

Il settimo dice non ammazzare 
se del cielo vuoi essere degno. 
Guardatela oggi, questa legge di Dio, 
tre volte inchiodata nel legno: 
guardate la fine di quel nazzareno 
e un ladro non muore di meno. 
Guardate la fine di quel nazzareno 
e un ladro non muore di meno. 

Non dire falsa testimonianza 
e aiutali a uccidere un uomo. 
Lo sanno a memoria il diritto divino, 
e scordano sempre il perdono: 
ho spergiurato su Dio e sul mio onore 
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore 
e no, non ne provo dolore. 

Non desiderare la roba degli altri 
non desiderarne la sposa. 
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi 
che hanno una donna e qualcosa: 
nei letti degli altri già caldi d'amore 
non ho provato dolore. 
L'invidia di ieri non è già finita: 
stasera vi invidio la vita.
E rimasero fermi, allungando il collo quasi allo stesso angolo, con le spalle curve nella stessa posizione e con le mani che tremavano, in tasca, nello stesso modo preciso. Il signor Head sembrava un bambino carico d'anni, e Nelson un vecchio in miniatura. [...] Dopo un attimo, il bambino annuì, con uno strano brivido attorno alla bocca, e disse: «Andiamo a casa, prima di perderci ancora.»
Ma adesso che viene la sera ed il buio 
mi toglie il dolore dagli occhi 
e scivola il sole al di là delle dune 
a violentare altre notti:
Il signor Head rimase perfettamente immobile, e sentì la mano della pietà toccarlo di nuovo, ma questa volta capì che non c'erano parole, al mondo, per darle un nome. Capì che nasceva dalla sofferenza estrema che non è negata a nessun uomo e che, per vie misteriose, è data ai bambini. Capì che era l'unica cosa che l'uomo potesse portare nella morte per offrirla al suo Creatore e, improvvisamente, si sentì bruciare di vergogna perché aveva così poco da portare con sé. Rimase costernato, a giudicarsi con la precisione infinita di Dio, mentre la pietà avvolgeva il suo orgoglio come una fiamma, e lo consumava. Non si era mai considerato un grande peccatore, prima d'allora, ma in quel momento capì che la sua depravazione gli era stata nascosta per risparmiargli lo sconforto supremo. Sentì che era perdonato di tutti i suoi peccati dal principio del tempo, quando aveva concepito nel suo cuore il peccato di Adamo, fino al presente, quando aveva rinnegato il povero Nelson. Seppe che non esisteva peccato troppo mostruoso che non potesse rivendicare come suo e, poiché Dio ama in misura di quanto perdona, si senti pronto, in quell'istante, a entrare in paradiso.
io nel vedere quest'uomo che muore, 
madre, io provo dolore. 
Nella pietà che non cede al rancore, 
madre, ho imparato l'amore.




***
Il libro è Tutti i racconti di Flannery O'Connor (2014). I passi sono tratti dal racconto Il negro artificiale. La canzone è Il testamento di Tito di Fabrizio De Andrè, tratta dall'album La buona novella (1970).

Commenti

  1. Uno dei miei racconti preferito. Il signor Head/Pietro mi ha fatto molto riflettere. Paola

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    1. È un racconto particolare, uno dei pochi in cui la manifestazione della grazia è evidente (negli altri racconti agisce per vie più misteriose) e non passa, però, per il "sacrificio" di un bambino. O meglio, non è un sacrificio in senso stretto. Molto bello.

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  2. mai letto, e felice di averlo fatto ora

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    1. Sono contenta che tu l'abbia scoperta. Parte essenziale del compito di leggere Flannery O'Connor è "diffondere il verbo".

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