SPOON RIVER | Frank Drummer ovvero Un matto


Pivano: «Dal libro hai preso nove poesie, scegliendole tra le più adatte a spiegare due temi che sembravano le più insistenti costanti della vita di provincia: l’invidia (come molla del potere esercitata sugli individui e come ignoranza nei confronti degli altri) e la scienza (come contrasto tra l’aspirazione del ricercatore e la repressione del sistema). Perché proprio questi due temi?».
De André: «Per quanto riguarda l’invidia perché direi che è il sentimento umano in cui si rispecchia maggiormente il clima di competitività, il tentativo dell’uomo di misurarsi continuamente con gli altri, di imitarli o addirittura superarli per possedere quello che lui non possiede e crede che gli altri posseggano. Per quanto riguarda la scienza, perché la scienza è un classico prodotto del progresso, che purtroppo è ancora nelle mani di quel potere che crea l’invidia e, secondo me, la scienza non è ancora riuscita a risolvere problemi esistenziali».

Frank Drummer, E. L. Masters

Da una cella a questo luogo oscuro –
la morte a venticinque anni!
La mia lingua non poteva esprimere ciò che mi si agitava dentro,
e il villaggio mi prese per scemo. Eppure all’inizio c’era una visione chiara,
un proposito alto e pressante, nella mia anima,
che mi spinse a cercare d’imparare
l’Enciclopedia Britannica.



Gli uomini di De André, a differenza delle anime di Masters, non hanno un nome. Tutti, tranne uno, ma di lui parleremo più avanti. Questo perché, secondo il cantautore genovese, chiunque può riconoscersi nel profilo dei suoi personaggi. «Tu prova ad avere un mondo nel cuore / e non riesci ad esprimerlo con le parole». Quante volte ci siamo trovati a gestire questa sensazione? 
Da allora, dal 1915, passando per il 1971, arriva a noi e non perde forza: si rinvigorisce di nuovo significato. Ma c’è una flessione diversa nell’adattamento di Faber: a condannare il matto della canzone non è l’impossibilità di comunicare. Al contrario, questa difficoltà avrebbe potuto essere un’occasione di redenzione, la chiave d’accesso alla libertà, se solo fosse stato in grado di accettare la sua condizione, di sopportare l’isolamento e lo scherno come conseguenze della sua diversità. Il matto fallisce nel suo bisogno di approvazione, nell’invidia che lo accompagna ogni giorno, ogni notte: «Gli altri sognano se stessi / e tu sogni di loro». E rincorrendo gli altri è proprio se stesso che perde.



***
Antologia di Spoon River
. E. L. Masters, 1915.
Non al denaro, non all’amore né al cielo. Fabrizio De André e Giuseppe Bentivoglio, 1971.

Commenti

  1. Pezzo di una tristezza infinita ma che allo stesso tempo riesce a trasmettere la positività di noi che, rispetto ad altri, siamo così fortunati dall'essere ancora qui e in salute. Mi chiedo se anche nella peggiore situazione in cui ci si possa trovare sia possibile salvare qualche cosa di buono, come appunto la luce del sole, tanto rimpianta da chi dorme sulla collina...

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    1. Uno dei pezzi migliori, per me. Anche se poi ne ascolto un altro e dico la stessa cosa. Il progetto di riadattare le poesie di Masters è stata un'idea geniale.

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    2. Non ci si riprende mai piu.

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