A Year of Books: il book club di Mr Facebook

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«Ho deciso di leggere un libro nuovo ogni due settimane» 
Il nuovo anno, così come ogni principio, si dimostra pieno di buone intenzioni. Fuori il vecchio, dentro il nuovo, e che il nuovo sia ricco di possibilità. Ma c'è modo e modo di programmare. Così, mentre noi annotiamo obiettivi e traguardi nei nostri diari, Mark Zuckerberg, alias Mr Facebook, condivide i suoi propositi per i mesi a venire con tutta la comunità virtuale. Il 2015 sarà l'anno dei libri: «Ho trovato la lettura una pratica intellettualmente appagante. I libri consentono di esplorare completamente un argomento e di immergersi in modo più profondo rispetto alla maggior parte dei media di oggi». Conscio di questa improvvisa rivelazione, Zuckerberg ha creato un gruppo di lettura: attraverso la pagina A Years of Books (che in una sola settimana conta già di più di 200.000 seguaci), Mark suggerirà un libro, uno ogni due settimane, che tutti gli amici potranno leggere e commentare: «Sono molto emozionato da questa sfida (...) Non vedo l'ora di spostare la mia dieta mediatica verso la lettura».

Niente di nuovo? Vero, ma niente che ci dispiaccia. Purché si legga, direbbe qualcuno.
Il primo libro scelto da Mark è stato La fine del potere di Moises Naim. «È un libro che si occupa di come il mondo stia cambiando e come gli individui stiano assumendo quel potere che in passato era tradizionalmente nelle mani di governi, militari e altre istituzioni. Un trend, quello di dare alle persone più potere, in cui credo profondamente». Il volume, pubblicato nel marzo del 2013, non aveva venduto più di 20.000 copie. Dopo il messaggio postato da Zuckerberg, i risultati sono aumentati in modo esponenziale: solo su Amazon.com, il libro ha registrato sold out in meno di 24 ore. Ed è in questo momento, quando grandi masse iniziano a convergere nella stessa direzione su input di una sola persona, che mi pongo delle domande: perché questo libro? E perché il prossimo? Chi li sceglierà? E, soprattutto, in base a cosa verranno proposti gli autori? Zuckerberg risponde: «Mi concentrerò su temi come la storia, la tecnologia, la differenza tra culture», ma quest'affermazione nulla chiarisce in merito. Sul web si è già parlato di effetto Oprah Winfrey, a sottolineare il collegamento tra il potere che la conduttrice americana detiene sui telespettatori e quello che Zuckerberg potrebbe esercitare nei confronti dei lettori.
«Sentitevi liberi di discuterne»

È questa libertà che spero non si perda mai. Ma è troppo facile dubitare, e non voglio cadere in banali dietrologie, non ancora. Seguirò il progetto, con le migliori intenzioni. E voi?


Commenti

  1. Purché si legga è una giustificazione che vale fino ad un certo punto a sostenere iniziative di questo genere: il riferimento ai dati di vendita che hai riportato non fa che confermarmi che la pagina ha più un intento di marketing che di crescita culturale, lo dice la scelta del tutto arbitraria dei testi, lo conferma l'impostazione stessa di una pagina facebook, che, quando gli utenti sono nell'ordine delle centinaia di migliaia, non permette l'interazione e diventa solo un luogo in cui postare commenti (spesso senza che gli amministratori moderino o interagiscano). Credo che Zucky avrà un bel po'di incentivi a promuovere determinati libri a scapito di altri e che si stia spacciando per un mecenate a sproposito.

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  2. E' la stessa cosa che fa in piccolo Fazio in tv; ciascuno ha i suoi punti di riferimento, anche senza dietrologie. Zucky non è fra i miei, pertanto non seguirò il suo gruppo (senza contare che non riesco a seguire neanche il tuo). Personalmente questa capacità di influenzare le masse, ammesso che poi leggano, mi mette a disagio. Speriamo che scelga davvero libri validi - e qui mi riferisco alle tematiche, non all'estetica.

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  3. "Purché si legga"..boh, sì, forse. Più che altro mi sconcerta quest'adesione di massa scatenata da un "pastore" Zuckerberg al suo "gregge" di followers; leggere sì, aderire ad un gruppo di lettura sì, ma imparare a scegliere con la propria testa anche, perché se non hai mai considerato un libro fin'ora e improvvisamente ti precipiti a comprarlo perché te l'ha detto Zuckerberg (nemmeno fosse un famoso letterato), beh, tutto ciò ha un che di _causticamente parlando_ settario alquanto allarmante.

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  4. Il problema è che, ammessa ogni buona intenzione, non è credibile che Zuck scelga un libro ogni due settimane, così, random, come potrei fare io nel nostro gruppo di lettura. È una scelta condizionata, certo, ma mi chiedo, ancora, indirizzata a cosa?

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  5. Salomon ha scritto la stessa cosa che ho pensato anche io, Zuckerberg (o chi per lui) è soltanto un Fabio Fazio più globale, con più risonanza anche di Oprah perché i lettori dell'inglese nel mondo non sono solo gli americani. Il primo libro scelto è un saggio e i saggi sono libri perfetti per affinare il proprio spirito critico nei confronti delle "cose del mondo", però io sono cinica e sono convinta che una mossa del genere non possa essere scevra da meccanismi di marketing. Essendo Facebook la piattaforma social meno trasparente e attenta al consumatore che esista, dubito che abbia deciso di muovere tanti soldi senza secondi fini e soltanto per scopi intellettuali.
    Vedrete che prima o poi salterà fuori l'accordo tra FB e Amazon o chissà quale altro colosso.

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  6. La differenza col Fazio, però, a mio avviso, è che mentre Fazio da spazio a vari libri, se non mi sbaglio, qui ne viene scelto uno ogni tot.
    Cioè... Fazio pure avrà i suoi gusti e deciderà lui chi pubblicizzare, però è una pubblicità. Qui è un: forza, leggiamo insieme. Quindi secondo me una differenza, per quanto sottile, c'è.
    Poi, per carità, ben venga che si legga e ben venga pure che il mercato del libro abbia i suoi soldini. La cosa che mi sconcerta di più è che un botto di gente si metta a prendere e forse leggere un saggio politico. Cioè... non Moccia. Un saggio politico. BAH!

    Resta il fatto che si perde il senso di un gruppo di lettura. In 200.000 mica si può davvero discutere.

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  7. Io mi sento libera di non seguire i consigli di Mark.

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  8. Anche i libri che propone Fazio non sono scelti esclusivamente in base alle sue preferenze. Almeno credo. Ma, lasciando perdere Fazio, e tornando a Zuckerberg c'è una domanda, che segue tutte le altre, che continuo a farmi: "Tutte queste persone... dove verranno condotte?". Il sottotitolo al saggio Naim è: dai consigli di amministrazione ai campi di battaglia, dalle chiese agli stati, perché il potere non è più quello di un tempo. Forse Moccia sarebbe stato un problema minore.

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  9. L'idea in sé potrebbe anche essere lodevole. Ma fatico a penare che questo libro scelto ogni due settimane (e già qui si potrebbe sollevare qualche perplessità) sia frutto del suo gusto personale. Inevitabile pensare che la scelta possa essere "spinta" o quantomeno che il progetto serva proprio per questo: quanto ci metteranno autori ed editori a capire che investire soldi su un post di Zuck, che in poche ore fa andare sold out un libro sconosciuto ai più, possa fare impennare le vendite dei propri (non) bestseller? Vedremo comunque. Pronto prontissimo (e felice) a rimangiarmi tutto!

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    1. Sì, infatti, anche io riflettevo sulla questione tempo, che è un'altra variabile da considerare. Io non so come duecentomila persone potranno riuscire a leggere lo stesso libro, in due settimane, e discuterne commentando tutti sulla stessa pagina. Come diceva Andrea, il senso del gruppo di lettura non è questo.

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  10. Ho letto un'analisi quasi identica in un altro blog, oggi. Purtroppo Mr. Facebook ha un impero economico, per le mani, e dirigere i pensieri (nonché analizzare le reazioni) di qualche milionata di persone così, allo schiocco delle dita, mi fa pensare male. Molto male. Molto assai male. Se la sua è filantropia e amore per la lettura, quella della Sisal è generosità e amore del gioco in compagnia.

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    1. L'iniziativa coinvolge troppe persone ed è normale che i lettori si pongano delle domande. Io seguirò l'evoluzione della pagina: voglio proprio vedere Zuck dove andrà a parare.

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  11. Sono convinta che la maggior parte delle persone che hanno comprato quel libro a) non lo leggeranno mai, b) inizieranno a leggerlo, ma si stuferanno neanche arrivati a metà, c) lo leggeranno e (spero) potranno trarne le loro conclusioni.

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  12. Non so, io sono davvero scettica. E per le modalità e per la scelta del primo titolo. Non so se davvero c'è la voglia di fare un gruppo di lettura o la riscoperta della parola stampata. Io, che sono cattiva, penso male. E penso che forse forse (ma forse) la scelta del libri non è proprio casuale. Non so, la butto lì, la casa editrice avrebbe potuto sganciare qualcosa, ad esempio. Ma io, si sa, sono malpensante. Magari è tutto vero, magari davvero uno si sveglia a 31 anni senza aver mai letto un caxxo e il primo libro che decidere di leggere in vita sua è proprio un saggio politico. Poi si affeziona al genere e viene illuminato: "ma perché non leggerlo in contemporanea a 200 mila persone e parlarne su un gruppo sul mio social?". Sì, a ben pensarci è più probabile che sia andata così e non che lui ci guadagni qualcosa in denaro.

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