La casa di carta di Carlos María Dominguez è l'ultimo racconto che ha deciso di prendere posto nella mia libreria. Perché sì, i libri decidono; è una sorta di predestinazione, quel libro che compare in quel preciso momento. Non è un caso, infatti, che Carlos sia venuto a bussare alla mia porta poco dopo Bárður, il pescatore di Paradiso e inferno. In una realtà sempre più orientata al profitto personale, leggere di uomini che vivono e muoiono per una passione mi destabilizza e mi emoziona; il loro modo di esistere stride così tanto con quello che siamo abituati a vedere che finiscono per assomigliare ai protagonisti di una favola. E se poi scopriamo che in qualche modo c'entrano i libri cosa possiamo chiedere di più?
Una copia del romanzo La linea d'ombra giunge nelle mani della voce narrante, un docente argentino incaricato di sostituire la collega, Bluma Lennon, morta in un incidente stradale poco tempo prima. Il libro, avvolto in una busta, era indirizzato proprio a lei. Incrostato di cemento, polvere e nostalgia, riporta una dedica del 8 giugno 1996:
Carlos María Dominguez
La casa di carta
Traduzione di Maria Nicola
Una copia del romanzo La linea d'ombra giunge nelle mani della voce narrante, un docente argentino incaricato di sostituire la collega, Bluma Lennon, morta in un incidente stradale poco tempo prima. Il libro, avvolto in una busta, era indirizzato proprio a lei. Incrostato di cemento, polvere e nostalgia, riporta una dedica del 8 giugno 1996:
«Per Carlos, questo romanzo che mi ha accompagnata di aeroporto in aeroporto, come ricordo dei folli giorni di Monterrey. Mi dispiace, sono un po' strega e l'ho capito subito: tu non faresti mai nulla che possa sorprendermi».La dedica è stata scritta da Bluma, il professore riconosce la calligrafia. E Carlos, il protagonista, chi è? Carlos è Mendel di Stephan Zweig, è Hanta di Bohumil Hrabal; un personaggio che non esiste perché è troppo puro per essere reale. La casa di carta è un attimo di follia e tenerezza. Non voglio aggiungere altro perché rischierei di dire troppo o, peggio, di non riuscire a dire nulla. E poi secondo me questi libri piccini vanno presi anche un po' così: a istinto.
Ci fu chi lesse I pirati della Malesia e divenne professore di letteratura in remote università. Demian condusse all'induismo decine di migliaia di giovani, Hemingway ne fece degli sportivi, Dumas mandò all'aria la vita di migliaia di donne, e non poche scamparono ai suicidi grazie ai manuali di cucina. Bluma ne fu vittima. Ma non fu l'unica.
La casa di carta
Traduzione di Maria Nicola
Sellerio
2001 (III edizione)
pp. 96
ISBN 9788838925559
2001 (III edizione)
pp. 96
ISBN 9788838925559
Sempre recensioni interessanti e che sembrano proprio cogliere il punto giusto per incuriosire. Complimenti!
RispondiEliminaGrazie! Un saluto
EliminaPrima o poi mi aiuterai a capire qual è la passione per cui Bartleby ha perso la vita?
RispondiEliminaMi affeziono molto a questi forti personaggi seppur di brevi racconti, forse proprio per la brevità che lascia pensare a un amico perso troppo presto, e che quindi resterà puro in eterno.
Capisco quello che intendi e sì, anch'io tendo ad affezionarmi ai personaggi di passaggio. Sembra quasi che abbiano tanto da raccontare e poco tempo per restare.
EliminaCiti Mendel e io all'improvviso mi sento già vicina a questo libro. Non lo conoscevo, mi informerò.
RispondiEliminaSono tutti personaggi fuori dal mondo. Lo stile è diverso perché diversa è l'impronta dell'autore, ma io ho trovato alcuni elementi in comune.
EliminaLetto, bellissimo. Mi sono ritrovato, in qualche modo, nelle manie del lettore, anche se a livello ridotto. Affascinante la teoria del percorso che seguiamo quando acquistiamo un libro, e quello seguente, e quello dopo ancora. 86 pagine piene di citazioni da segnare. Grazie
RispondiEliminaQuesto bellissimo commento mi era sfuggito! Grazie a te per aver seguito il consiglio. A presto.
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