Questione di Yin e Yang | David Foster Wallace


— Quello è Norman Bombardini. Il nostro padrone di casa nonché coinquilino al Bombardini Building, famoso e famigerato padrone della Bombardini Company.
— È proprio grosso.
— In effetti sì, è proprio grosso.
— Forse è più appropriato dire gigantesco. Perché ringhia e digrigna i denti a quel modo?
— Dio santo. Per quanto ne so, e il poco che so è interamente frutto delle confidenze di Warshaver al circolo, Norman sta passando un brutto momento. Ha problemi di salute. Ha problemi di moglie.
— Mi sembra decisamente sovrappeso.
— Eppure è da anni che cerca di dimagrire, più o meno. È un tipo interessante. Warshaver sospetta che la sua azienda sia sull'orlo di un vero e proprio...
— Oddio.
— Che c'è?
— Guarda cosa gli sta portando il cameriere.
— Buon Dio.
— È impossibile che una sola persona riesca a mangiare tutta quella roba.
— Povero Norman.
— È veramente disgustoso. Poteva almeno aspettare che il cameriere le appoggiasse sul tavolo.
— Dev'essere proprio affamato.
— Nessuno può essere così affamato. Ehi, ha cercato di mordere il cameriere! Sbaglio o quello era un tentato morso?
— Dev'essere uno scherzo della luce.
— Sta combinando un vero macello.
— Non l'avevo mai visto in questo stato.
— Sta schizzando sugo su tutti i vicini di tavolo. Guarda, quella signora s'è dovuta riparare la testa col tovagliolo!
— Dio santo, Rick, hai visto come ha ridotto il pavimento?
— Il dolce. Ecco cosa gli manca. Guarda, sta arrivando il cameriere.
— Be', che quell'uomo riesca a sopravvivere a un pasto simile è contrario a ogni legge fisica.
— Ascolta, Lenore. Credo che dovremmo andare al suo tavolo e vedere se possiamo fare qualcosa.
— Stai scherzando? Quell'individuo dev'essere fuori di sé. Secondo me non era affatto uno scherzo della luce, secondo me ha davvero tentato di mordere il cameriere. Infatti, vedi che adesso il cameriere gli lancia i piatti sul tavolo e si tiene a distanza di sicurezza?
— Già, comunque dev'essere quasi sazio. I dolci se li sta pappando a un ritmo semiumano.
— Tu invece hai ancora mezza bistecca nel piatto.
— Per me può restarci. Mi sento sazio per procura.
— E ora cosa vorresti fare? Sei ammattito? Dimmi che stai scherzando.
— Dai, vieni.
— Rick, credimi, stiamo facendo uno sbaglio enorme.
— Macché, rilassati.
— E secondo te come facciamo ad arrivare al suo tavolo?
— Procedendo a zigzag. Seguimi. Attenta al…
— L'ho visto.
— Norman?
— Chi è là?
— Sono Rick Vigorous, Norman.
— Hai scelto il momento sbagliato, Vigorous. La bestia è al truogolo, come puoi ben vedere.
— Certo, solo che, trovandoci casualmente seduti a quel tavolo, lì in fondo, superati i contorni, vedi?
— ...
— Abbiamo pensato che forse era il caso di fare un salto qui al tuo tavolo per vedere se magari ci fosse qualche problemuccio, e comunque volevo presentarti la mia gentile accompagnatrice, lavora anche lei al Building, non so se la conosci.
— No, non credo di conoscerla.
— Norman Bombardini, ti presento Ms Lenore Beadsman, Lenore, ti presento Mr Bombardini.
— Piacere di conoscerla.
— Beadsman. Per caso parente di Stonecipher Beadsman?
— Lenore è la figlia di Mr Beadsman.
— Figlia, eh? Interessante. Stonecipheco Alimenti per l’Infanzia. Una buona linea di prodotti, benché un po' leggerini per i miei gusti...
— Be', Norman, sono appunto alimenti per bambini, come dice il nome stesso.
— ... ma ogni acqua leva la proverbiale sete. Prego, accomodatevi pure. [...]
— Allora, Norman. Come vanno le cose?
— Le cose sono enormi e grottesche e rivoltanti, Vigorous; credo che lo si veda abbastanza chiaramente
— Analisi molto perspicace.
— Attenta, Ms Beadsman. Questa era un’uscita sardonica.
— Norman, non ho potuto fare a meno di notare che stai mangiando molto più di quanto sia naturale. O sano.
— Sopravviverò, Vigorous.
— Sicché debbo presumere che ci sia qualcosa che non va.
— Sagace come al solito.
— ...
— Vuoi sapere la storia? Sarò ben felice di raccontartela. Credo di avere immagazzinato energia sufficiente per resistere sino alla fine del racconto. Non dura molto. Sono mostruosamente grasso. Sono un ingordo. Mia moglie non ne poteva più, era disgustata. Mi ha dato sei mesi per perdere cinquanta chili. Mi sono iscritto alla Weight Watchers... vedi laggiù, in fondo alla strada, quell'insegna così gaia? Bene, oggi pomeriggio c'era il rito solenne della pesata del sesto mese. Sei mesi durante i quali sapevo di aver messo su almeno altri trentacinque chili. Pensa, quando sono salito sulla bilancia mi è caduto dal risvolto dei pantaloni uno Snicker sfuso, che ovviamente ha ritenuto opportuno ruzzolarsene fin sui piedi di mia moglie. Quella bilancia lì in fondo alla strada è un arnese davvero ingegnoso. All'inizio del ciclo ci registrano il peso che devi raggiungere, poi alla fine ti pesi e, se l'hai raggiunto o se addirittura sei andato sotto, la bilancia ti festeggia con una specie di marcia trionfale con fischietti e trombe eccetera. Addirittura pare che dalla parte superiore sbuchino delle bandierine meccaniche che si mettono a sventolare avanti e indietro. Se invece, come nel mio caso, l’obbiettivo non è stato raggiunto, allora il malcapitato viene investito da una strombazzata di scherno a base di tuba e pernacchie elettroniche. Al suono dileggiante delle quali mia moglie ha sdegnosamente abbandonato sia i locali sia il sottoscritto filandosela sottobraccio a uno snello grossista di yogurt, al cui annientamento, ovviamente solo finanziario, ho testè deciso di dedicarmi anima e corpo domattina appena avrà messo piede in ufficio. Ms Beadsman, accanto alla sua sedia, là per terra, c'è un éclair superstite. Posso chiederle di raccoglierlo con questo piatto e passarmelo, possibilmente senza eccessivi spargimenti di cioccolata?
— ...
— Perfetto.
— Norman, io ti so persona di grande intelligenza. Sono convinto che questo momentaneo screzio con tua moglie non costituisca una valida ragione per avventarti in maniera così autodistruttiva sul cibo. E per cosa, poi? Per esser stato battuto dalla bilancia della Weight Watchers? Ma al diavolo la Weight Watchers.
— No, Vigorous; ti sbagli, come di consueto. Oggi pomeriggio ho capito che la Weight Watchers – e con essa tutte le aziende dietetiche, i libri dietetici, i guru dietetici, e tutti i culti dietetici in generale – sono cose quasi inconcepibilmente profonde e serie, che si ispirano a una visione universale con la quale mi trovo in assoluta sintonia.
— Visione universale? Norman, io vorrei farti…
— La vedo interessata, Ms Beadsman. Sono riuscito a interessarla?
— In un certo senso.
— Non è mica un gioco da ragazzi riuscire a interessare una ragazza sardonica e coi capelli lisci.
— ...
— Yin e Yang, Vigorous. Yin e Yang. L'Io e l'altro.
— ...
— La Weight Watchers adotta come assioma descrittivo l'inoppugnabile fatto che l'universo di ciascuno di noi sia profondamente e nettamente e compiutamente diviso in, per esempio nel mio caso, me da un lato e tutto il resto dall'altro. L'Io e l'Altro, Vigorous. Ecco cosa caratterizza esaustivamente l’intero universo per ciascuno di noi.
— Mi sembra pacifico, Norman.
— Bene, ma dobbiamo aggiungere che non solo ciascuno dei nostri universi ha questa caratteristica, ma che noi tutti, per natura e senza eccezione, siamo consapevoli del fatto che esso universo sia così diviso, in Io da un lato e Altro dall'altro. Esaustivamente diviso. È parte della nostra consapevolezza.
— Non ci piove.
— Come assioma prescrittivo, poi, c'è l'altrettanto indubbiamente vero e inoppugnabile fatto che ciascuno di noi dovrebbe desiderare che il proprio universo fosse il più pieno possibile, e che la base della Grande Paura sia la paura di un universo personale vuoto e rimbombante, dove uno rischi di ritrovarsi con da un lato l'Io e dall'altro vasti spazi deserti dove gli Altri non abbiano avuto accesso. Un universo non-pieno. Solitudine,Vigorous. La Weight Watchers vede se stessa come condottiero nella grande guerra contro la solitudine. Non vi sembra una cosa nobile? Scusate un attimo. Ehi, cameriere! Guardi che se mi porta un paio di cioccolatini non mi offendo. Faccia pure, giusto una manciata. Dicevamo. Solitudine. Equilibrio. Più i nostri personali universi sono vuoti e peggio stiamo. Su questo dovremmo essere tutti d’accordo, no? Qualcuno di voi non è d'accordo?
— ...
— Bene, adesso la questione è che la Weight Watchers percepisce il problema come necessità per ciascuno di noi di circondarsi di quanto più Altro possibile, in maniera che il rapporto tra Io e Altro sia di minimo Io e massimo Altro. Si tratta di un valido – benché non esclusivo, come ho avuto modo di scoprire oggi pomeriggio – modo di affrontare il problema. Capisci dove voglio arrivare, Rick?
— Be', non proprio esattamente dove tu voglia…
— Mi accorgo improvvisamente che non potrebbe fregarmene di meno. Un universo pieno, Ms Beadsman e amico Vigorous. Ciascuno di noi ha bisogno di un universo pieno. La Weight Watchers e i suoi accoliti ci spingono a sistematicamente ridurre la componente Io dell'universo in maniera che il grande Altro venga fisicamente attratto dall'ormai più fisicamente attraente Io e si precipiti a colmare il vuoto prodotto dall'intervenuta diminuzione di Io. Idea sicuramente non peregrina, ma che altrettanto sicuramente costituisce solo metà dello spettro di valide soluzioni al problema dell'universo pieno. Comincia finalmente a delinearsi la meta del mio andare? È esattamente come nell'ingegneria genetica, Vigorous. La soluzione non è mai una sola.
— Temo di...
— Un universo autonomamente pieno, Vigorous. Un universo autonomamente pieno, Ms Beadsman.
— Che ci faccio con questi cioccolatini?
— Lasci stare, mi passi direttamente il vassoio, grazie. Anziché diminuire l'Io per allettare l'Altro a riempire il nostro universo, è evidente che possiamo optare per riempire di Io l'universo.
— Vorresti dire...
— Esatto. Intendo svilupparmi all'infinito e raggiungere dimensioni incommensurabili.
— Non avevo forse parlato di grosso sbaglio? Avrei forse dovuto alludere a rotelle non tutte in perfetto ordine?
— Lenore, ti prego. Norman, amico mio, stammi a sentire. D'accordo per quanto riguarda la visione dell'universo, ma svilupparsi all'infinito è un'altra cosa. Svilupparsi all'infinito è impossibile.
— Ti risulta che qualcuno ci abbia mai provato?
— Non che io sappia, ma...
— E allora fammi il santo piacere di non parlare di impossibile fino a quando non ci avrò provato io. D'altronde non c’è neppure stato qualcuno che sia ancora riuscito a imburrarsi la vita...
— Cosa?
— Niente. Da non verbalizzare. Un lapsus.
— ...
— Sicché stasera inizia il Progetto Yang Totale. Comincerò a crescere e crescere e crescere. Il che ovviamente significa che alla fine nell'universo non ci sarà più spazio per nessun altro, cioè temo neanche per voi, cosa per la quale vi anticipo le mie scuse ma anche il mio più spassionato cazzacci vostri.
— Mi creda, è stato un vero piacere, spero che presto avremo modo di bissarlo. Ora però sarà meglio andare, anche perché mi sembra di vedere laggiù una mosca che attenta alla mia insalata.
— Quell'insalata ha un aspetto proprio appetitoso.
— Già, peccato che sfortunatamente sia mia e non faccia parte del suo universo, almeno per ora. Allora, Rick, vogliamo deciderci a guadare questo schifo fino al nostro...
— Credimi, Norman, sarei ingiusto se non ti dicessi chiaro e tondo che sono in ansia per te in generale e per le tue estremizzazioni emotive in particolare, soprattutto alla luce di ciò che mi hai raccontato della tua giornata odierna.
— Non preoccuparti per le mie estremizzazioni, da adesso in poi ci saranno esclusivamente intremizzazioni. Spero solo di riuscire ad annientare finanziariamente quel grossista di yogurt prima che tra lui e me si esaurisca ogni differenza significativa. Penso che i cioccolatini col ripieno di menta siano particolarmente buoni. Se volete posso concedervene uno a testa.
— ...
— Sono proprio buoni. Ovviamente il mio approccio al problema Yin/Yang ha altresì il vantaggio di rendere non solo superfluo ma addirittura dannoso il ricorso alle diete. A me personalmente le diete provocano una specie di incontrollabile furore nei confronti di tutto. Quando sono a dieta mi viene voglia di uccidere chiunque mi capiti a tiro.
— Così invece potrà limitarsi ad annettersene lo spazio.
— Lei non è affatto scema, vero? Proprio come suo padre. Suo padre è un tipo sveglio. Ovviamente potrei anche lasciar vuoti determinati angoli di universo, per eventuali ospiti che frattanto dovessero destare in me sentimenti di affetto e benevolenza.
— Vorrà dire che appena si comincerà a star troppo stretti mi permetterò di fare un salto a trovarla.
— Norman, amico mio, sappi comunque che qualora ti venisse voglia non dico, per ovvie ragioni, di levarti un peso dallo stomaco ma almeno di fare quattro chiacchiere, io sarò sempre a tua disposizione. Sappilo, per te Rick Vigorous ci sarà sempre.
— È la tua virtù somma, Vigorous. Il tuo risultato migliore. Esserci.
— Quantomeno temporaneamente.
— Lenore, ti prego.
— Ms Beadsman, lei comincia a piacermi, ma forse è solo l’inevitabile impressione positiva che si ricava quando il termine di paragone sia il nostro amico Vigorous. Ha mai fatto sesso con qualcuno prossimo a raggiungere dimensioni incommensurabili?
— Bene, credo proprio che sia arrivato il momento di congedarci... Rick?
— Arrivo. Norman?
— Addio, Vigorous. Goditi l'Io, finché puoi.
— Credo che per tornare ci converrà seguire più o meno lo stesso...
— Nessun problema.
— Allora, finiamo di mangiare?
— Scherzi? Andiamocene immediatamente. [...]
— L'atrocità di questa giornata è stata incommensurabile.
— Aggettivo particolarmente appropriato.
— Non fare lo spiritoso. Quell'uomo è stato la ciliegina sulla torta.
— Guarda, sta cercando di alzarsi.
— Quel povero cameriere non lo invidio affatto.
— Chissà che conto!
— Di sicuro non metterò mai la macchina nel suo parcheggio riservato.
(Stralci di filosofia da La scopa del sistema di David Foster Wallace. Einaudi, 2012. Trad. di Sergio Claudio Perroni)

Commenti

  1. Una teoria davvero, davvero originale. Bizzarramente originale. La Weight Watchers come condottiero contro la grande solitudine. Lui che vuole svilupparsi in modo incommensurabile. E sarebbe anche qualcosa di encomiabile, se non volesse farlo fisicamente...e non so quanto positivo possa essere questo risultato!
    Grandissimo dialogo. Hai ragione, si deve seguire fino in fondo, non si può saltare una battuta. Vedo alcuni concetti essenziali (l'io vuoto riempito di cibo o di universo), che emergono dall'ironia dissacratoria del protagonista, e dalle battute sarcastiche della ragazza. Applausi per la scelta!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se ti è piaciuto questo pezzo, credo che apprezzerai ancor di più le trasposizioni delle sedute psicoterapeutiche dei protagonisti: un vero spasso! In realtà volevo condividere proprio quelle però mi sono resa conto che decontestualizzate avrebbero perso forza quindi ho preferito riportare questo dialogo che, con la sua teoria paradossale, "brilla di luce propria"!

      Elimina
    2. ...e hai fatto bene. E' una continua altalena di emozioni: incredulità, divertimento, derisione, costernazione, attenzione, rispetto.
      L'ho provato poche volte.

      Elimina
  2. Era un genio. Rimango sempre senza parole, specie a trovarmelo di sorpresa in una pagina di blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Confermo. E' il terzo libro che leggo ormai e lo adoro!

      Elimina

Posta un commento