Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l'ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi.
Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d'Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco.
Era mezzogiorno, e la nostra famiglia per vecchia tradizione sedeva a tavola a quell'ora nonostante fosse già invalsa tra i nobili la moda, venuta dalla poco mattiniera Corte di Francia, d'andare a desinare a metà del pomeriggio.
Tirava vento dal mare, ricordo, e si muovevano le foglie.
Cosimo disse: — Ho detto che non voglio e non voglio! — e respinse il piatto di lumache. Mai s’era vista disubbidienza più grave.
(di Italo Calvino - Mondadori, 2010)
Questione di feeling, giocando di prime impressioni.
Inviatemi i vostri incipit preferiti; raccoglieremo i più belli in questa rubrica.
Fatto! Ti ho mandato l'incipit di un altro dei miei libri d'ossessione. No, stavolta non è il Signore degli Anelli. :-D
RispondiEliminaAppena lo trovo, te lo mando.
RispondiEliminaNel frattempo... wow, non lo ricordavo così. Fra te e un altra che (spero indipendentemente) si è messa a parlare del trittico di Calvino, mi è venuta voglia di rileggerli tutti e tre!
Potente vero? Anche se, confessione mattutina, mi svelo apertamente e dico che "Il cavaliere inesistente" è il mio preferito.
EliminaPerché è il preferito di chiunque sia cresciuto a pane e cavalieri. La genialità dell'idea per ma fa il paio con Il codice di Perelà di Palazzeschi.
Elimina"Il barone rampante" è uno dei libri cui sono più affezionata e questo incipit mi è sempre piaciuto moltissimo, sin da bambina :)
RispondiEliminaUh, mi eri sfuggita! Comunque si, è un incipit molto bello (anche se, in realtà, tutti gli incipit di Calvino hanno il loro fascino).
Elimina...e dell'incipit de "la casa degli spiriti" della Allende? Non ne vogliamo parlare?
RispondiEliminaTi mando una mail.