Fritz Leiber e il mistero nella società moderna

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È strano come, non tanto spesso ma solo a volte, non puoi fare a meno di immaginare le peggiori cose, vero? Per un momento diventano un pensiero irresistibile, una specie di orrendo piacere al rovescio.
Non esistono parole così semplici e altrettanto precise in grado di spiegare la letteratura dell’orrore. Possiamo seguire i più interessanti dibattiti sul genere, analizzando le opere degli autori e le complesse contaminazioni che mettono in atto per trovare nuovi modi di “fare orrore”, ma questo resta il punto dal quale partire: proviamo piacere a immaginare le cose peggiori. Potremmo chiamare in causa Freud, o Jung, lasciare che uno dei due ci spieghi il principio del pensiero e il motore del desiderio, ma il rischio sarebbe quello di perdersi in ragionamenti, razionalizzazioni, che ci allontanano dalla dimensione oscura a cui vogliamo avvicinarci. Sappiamo bene che quando uno dei protagonisti di un racconto dell’orrore si ferma a riflettere su quello che ha visto, cercando di distinguerlo da ciò che crede di aver visto, è già troppo tardi.

La definizione semplice ma efficace viene da un racconto di Fritz Leiber, Fantasie paurose, uno di quelli in cui la commistione tra orrore e fantasy si poggia sulle atmosfere opache del sogno. Un uomo anziano e una donna bellissima innescano un gioco di sguardi da un piano all’altro del grande “albero condominiale” nel quale vivono. Lei, che lui chiama Lady Evanescente, ci suggerisce che le fantasie spaventose sono volontarie e che continuiamo a immaginare perché il pensiero di riuscire a interromperle ci fa sentire al sicuro da ogni pericolo. Il problema è che questa è una risoluzione ipotetica: vi è mai capitato di fare un incubo, esserne consapevoli, ma non riuscire a svegliarvi?

L’opera di Fritz Leiber è difficile da inquadrare, ho provato a trovare il filo della matassa ma mi sono persa all’incrocio tra il fantastico contemporaneo e l’urban fantasy. Questo perché Leiber ha attraversato diverse fasi, come uomo e come artista, e tutte hanno trovato ampio sfogo nella scrittura. Fu lui stesso a inventare un’etichetta per definire alcune delle sue storie: sword and sorcery (letteralmente “spada e stregoneria”). La raccolta La cosa marrone chiaro e altre storie è concepita come un percorso che attraversa, in ordine cronologico, tutti la vita professionale di Leiber: la prima, La villa del ragno, è una tipica storia dell’orrore (con un retroscena anche più interessante del racconto stesso), Il signor Bauer e gli atomi è un racconto di fantascienza che Leiber scrisse incanalando una certa ossessione per la fissione nucleare che sviluppò in seguito al bombardamento di Hiroshima, Richmond, fine settembre, 1849 è un omaggio al gotico e a Poe, stesso discorso per Il nero ha il suo fascino. Qualcuno urlò: strega!, Il demone del cofanetto e Fantasie paurose sono storie del terrore condite con elementi fantastici.

La cosa marrone chiaro che titola la raccolta è un racconto lungo diviso in due parti, la prima stesura di quello che evolverà nel romanzo Nostra signora delle tenebre nel 1977. Il protagonista è Franz Western, uno scrittore di storie dell’orrore che vive a San Francisco e che, dopo la morte della moglie, attraversa un periodo di alcolismo (tranne il nome, nel quale possiamo comunque rilevare qualche assonanza, questa è la descrizione esatta di Leiber). Western vive in un appartamento che si affaccia su Corona Heights. Un giorno, guardando attraverso il binocolo nella direzione della collina, vede una figura marrone chiaro agitarsi in modo strano. Da quel momento, per Wester comincia un incubo fatto di realtà interiori ed entità “paramentali”.

Leiber ha una certa tendenza metaletteraria e un’idea dell’orrore che comincia dalle piccole cose; può essere un odore («quel tanfo»), un sapore, un malinteso della vista, un brivido di freddo che oltrepassa il muro della coscienza. Un’idea che ha radici profonde, estese quanto il cosmo teorizzato da Lovecraft, dal quale Leiber ha tratto grande ispirazione. Ma se ne discosta perché il suo immaginario evolve con la società. Ogni cultura crea i propri fantasmi, così anche le capitali moderne possono essere abitate dal paranormale. Dove la scienza progredisce, ma ha soltanto «esteso la vastità dell’ignoto. Se esiste un Dio, il suo nome è Mistero».



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La cosa marrone chiaro e altre storie, Fritz Leiber. Cliquot edizioni, 2017.
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