La mia Grande Invasione: due parole di meraviglia

 
Quando ho chiesto alla mia amica come avrei potuto raccontare questi giorni di Grande Invasione eravamo all'aeroporto. Qualche minuto e avrei passato il check-in, confuso due volte il gate e rischiato di perdere l'aereo per tornare a casa. «Non puoi». La mia amica è incinta. Non gliel'ho detto, ma dall'ultima volta mi è sembrata più saggia, un po' più grande.

È vero, non posso, e questo è il punto. Il punto è che per quante parole io abbia usato o usi adesso per spiegarvi quello che è stato il mio tempo a Ivrea sarei parziale. Non pensate a luoghi magici o dimensioni alternative, non ho trovato la fine dell'arcobaleno, perché queste sono cose che non esistono. Io mi riferisco a una città che, per quattro giorni per tutto il giorno, è letteralmente invasa dalla letteratura. Ogni negozio, ogni strada, ogni vicolo più stretto e nascosto. Libri ovunque. Libri come occasioni. Persone come libri, come occasioni. Ma come ve lo spiego? Come spiegarvi che è valsa la pena andare fino là solo per sentir dire a Goffredo Fofi che ha iniziato a leggere per «saziare il suo bisogno di consolazione»? È stata la potenza di quel pensiero ma è stata anche la comunione silenziosa di tutta quella gente che comprendeva e condivideva la stessa necessità. Il riferimento neanche tanto sottile a Stig Dagerman ha reso una frase a doppio fondo ancor più carica di meraviglia. Ed è stato importante ascoltare quelle parole lì, a Ivrea, perché la città tutta era pronta ad accoglierle. Questo succede solo in alcuni posti, tra alcune persone.

«Certe cose devi viverle», e forse è questo l'unico messaggio che posso trasmettervi: cercate le vostre occasioni, circondatevi di persone che condividono la vostra meraviglia. Che sia a Ivrea il prossimo anno, ovunque la vostra consolazione trovi spazio di esistere.


Commenti

  1. Che bello, le testimonianze dei partecipanti alla Grande Invasione quest'anno mi hanno proprio incuriosita: è bello pensare ad una città che vive all'insegna dei libri, anche se per pochi giorni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, è un festival molto particolare. Se ti capita facci un pensiero per la prossima edizione!

      Elimina
  2. Abbiamo capito: l’anno prossimo mi farai litigare con mia suocera (che compie gli anni in quel periodo) e mi ti ritroverai ancora una volta tra i piedi…

    RispondiElimina
  3. Ogni negozio, ogni strada, ogni vicolo più stretto e nascosto. Libri ovunque. Libri come occasioni. Persone come libri, come occasioni. : un sogno, in pratica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non proprio un sogno, qualcosa di un po' più concreto. Mi rendo conto che alcuni nostri racconti possono sembrare troppo carichi di entusiasmo. Ma ti dico, senza dubbio: il festival di Ivrea è uno dei migliori.

      Elimina

Posta un commento