SPOON RIVER | Judge Selah Lively ovvero Un giudice


Pivano: «Allora si può dire che è questo il messaggio che hai voluto trasmettere con questo disco? Perché siamo abituati a pensare che tutti i tuoi dischi hanno proposto un messaggio: quello libertario e non violento delle tue prime ballate, come nella Guerra di Piero, quello liberatorio della paura della morte come in Tutti morimmo a stento, quello demistificante dei personaggi del Vangelo, come nel Testamento di Tito. Qual è il messaggio di questo Spoon River?».
De André
: «Direi, tutto sommato, che siamo usciti dall’atmosfera della morte per tentare un’indagine sulla natura umana, attraverso personaggi che esistono nella nostra realtà, anche se sono i personaggi di Masters».

 

Judge Selah Lively, E. L. Masters

Immaginate di essere alto cinque piedi e due pollici
e di aver cominciato come garzone droghiere
finché studiando legge di notte, siete riuscito a diventare procuratore.

E immaginate che, a forza di zelo
e di frequenza in chiesa,
siete diventato l’uomo di Thomas Rhodes,
quello che raccoglieva obbligazioni e ipoteche
e rappresentava le vedove
davanti alla Corte. E che nessuno smettesse
di burlarsi della vostra statura, e deridervi per gli abiti,
e gli stivali lucidi. Infine
voi diventate il Giudice.

Ora Jefferson Howard e Kinsey Keene
e Harmon Whitney e tutti i pezzi grossi
che vi avevano schernito, sono costretti a stare in piedi
davanti alla sbarra e pronunciare “Vostro Onore” –

Be’ non vi par naturale
che gliel’abbia fatta pagare?



Siamo simili nei nostri difetti: simile è il modo in cui i sentimenti attecchiscono nel nostro animo. Diverso è l’atteggiamento col quale decidiamo di affrontarli, scegliendo di fronteggiare il disagio con rassegnazione o sorprendendoci ad aggredire chi ha usato la ferocia contro di noi. E ci giustifichiamo, dando alla giustizia un senso tutto nostro, che sa di rivalsa. Ma in questo gioco al massacro, nel quale io agisco su di te perché tu hai agito su di me, la vittoria è un’amara consolazione. La vendetta conduce il nostro passo, alimentando la ragione, fino al momento in cui la rivincita si compie. Dopo, quando giustizia è fatta, la rabbia svanisce, la sete si placa, e cumuli di cenere giacciono ai nostri piedi. Noi, che abbiamo dato in pegno la nostra anima per partecipare a questa sfida, siamo davvero così soddisfatti del risultato che abbiamo ottenuto?

Pivano: «Ma come spieghi per esempio il fatto di aver usato parole di un linguaggio contemporaneo quasi brutale, per esempio nel verso della poesia del giudice “un nano è una carogna di sicuro perché ha il cuore troppo vicino al buco del c...” e di avere per esempio inserito immagini come “le cosce color madreperla” in poesie che pur essendo piene di sesso sono espresse per lo più in forma asettica, quasi asessuata?».
De André: «Perché anche il vocabolario al giorno d’oggi è un po’ cambiato, e io ero spinto soprattutto dallo sforzo di spiegare il vero significato di queste cose. Quanto alla definizione del giudice, questo è un personaggio che diventa carogna perché la gente lo fa diventare carogna: è un parto della carogneria generale. Questa definizione è una specie di emblema della cattiveria della gente».


***
Antologia di Spoon River
. E. L. Masters, 1915.
Non al denaro, non all'amore né al cielo. Fabrizio De André e Giuseppe Bentivoglio, 1971.

Commenti

  1. Probabilmente il pezzo più famoso, quello che anche chi non conosce De Andrè ha ascoltato per caso almeno una volta. Il suo successo è essenzialmente dovuto al leggendario tour con con la PFM, dal quale è derivato quel doppio album che tutti conoscono (perlomeno la prima parte). Sul protagonista di questo pezzo credo tutti più o meno, almeno, una volta si sono identificati: chi non ha mai aspirato a prendersi una rivincita su qualcuno???

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