Follie di Brooklyn: un gruppo di Lettura su Paul Auster

Io non sono tagliata per i gruppi di lettura. Questa è una verità appurata da prove e prove di lettura collettiva fallite miseramente. Perché sono incostante, mi piace prendere un libro e leggere per dieci ore di fila, poi mi piace lasciarlo lì e aspettare che mi chiami lui. Può capitare il giorno dopo, una settimana dopo, e può non capitare affatto. Come si fa allora? Come si concilia questo schema di corteggiamento con la lettura di branco? Si fa che il gruppo di lettura te lo crei da sola, a tua immagine e somiglianza. Crearlo è l'unica cosa che ho fatto, perché a riempirlo sono stati i miei amici, ed è a loro, a loro che hanno capito il mio modo di concepire questo percorso, a cui va il più grande merito. In che cosa è stato diverso questo GdL rispetto a tutti gli altri ai quali ho partecipato? Una sensazione: la consapevolezza di essere libera. È stato leggere un libro tutti insieme, non è stato arrivare tutti allo stesso punto. Ogni dettaglio, dalla selezione dell'autore alla scelta del libro, è stato deciso insieme. E tutti, tutti insieme, siamo arrivati alla fine.
 
Premesso che la qualità di un romanzo è data da una somma eterogenea di elementi, sono sempre stata dell'idea che uno stile particolarmente interessante possa sopperire anche alle trame meno avvincenti. È quello che, nella maggior parte dei casi, mi spinge a preferire un libro ad un altro: il come. Ancora una volta, leggendo Follie di Brooklyn, mi sono trovata a confermare questa tesi. Sebbene il romanzo nasca da un groviglio di avvenimenti complesso e succulento, è la scrittura di Paul Auster che padroneggia la scena: presente ma discreta, forte ed efficace quando la situazione lo richiede, scanzonata quel poco che basta per alleggerire il momento più drammatico. L'impronta dello scrittore si fonde nella voce del protagonista, Nathan Glass: un uomo consumato, orfano di ogni attrattiva verso tutta la progettualità che il futuro comporta. L'unica cosa che gli preme è trovare un posto tranquillo dove lasciarsi morire e pensa che Brooklyn possa essere la città più adatta allo scopo. Ma prima ha un'ultima impresa da portare a termine: il libro della follia umana. Perché nessuno scrive mai un libro su qualcuno che non vanti almeno uno straccio di popolarità, perché nessuno pensa che sia utile ricordare un uomo per la vita che ha condotto; ricordarlo solo perché era un uomo, con tutta la dignità che l'appellativo si porta dietro. E allora ci avrebbe pensato lui a dare piena voce alla normalità. Poi, può anche morire. Almeno questi erano i suoi piani. Ma la follia avrebbe fatto irruzione nella sua storia ancora una volta. Proprio nella città a cui ha affidato la sua fine, Nathan sarà costretto a mettersi nuovamente in discussione; ad emozionarsi, a commuoversi, a sognare. Perché la vita è capace di rigirarsi nelle maniere più inaspettate, ed è in quelle pieghe insolite che si nasconde la straordinaria biografia dell'uomo comune.
— Potrei anche sbatterle fuori di casa, non ti sembra?
— Credo di sì. E finiresti per rimproverartelo ogni giorno per il resto della tua vita. Non farlo, Joyce. Prova a seguire la corrente. Tieni alta la guardia. Non lasciarti infinocchiare. Vota democratico a tutte le elezioni. Pedala nel parco. Sogna il mio corpo perfetto e dorato. Prendi le tue vitamine. Bevi otto bicchieri di acqua al giorno. Fai il tifo per i Mets. Guarda un sacco di film. Non lavorare troppo. Vieni con me a fare un viaggio a Parigi. Accompagnami all'ospedale quando Rachel avrà il bambino, e prendi in braccio mio nipote. Lavati i denti dopo ogni pasto. Non attraversare con il rosso. Difendi i piccoli. Non farti mettere la testa sotto i piedi. Ricorda quanto sei bella. Ricorda quanto ti amo. Bevi uno scotch con ghiaccio tutti i giorni. Respira a fondo. Tieni gli occhi aperti. Stai lontana dai cibi troppo grassi. Dormi il sonno dei giusti.
Ricorda quanto ti amo.


follie-brooklyn-Auster-libroPaul Auster
Follie di Brooklyn 
Traduzione di Massimo Bocchiola
Einaudi
2007 pp. 265
ISBN 9788806186203

Commenti

  1. Paul Auster. Sento parlare troppo bene di questo autore per poter temporeggiare ancora prima di legger qualcosa di suo. Accidenti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È uno di quegli autori che sapevo di dover leggere prima o poi, ma non mi decidevo a farlo. In questo, il gdl è stata una vera opportunità!

      Elimina
  2. autore per me sconosciuto, devo sopperire a questa mancanza (mi fido ciecamente di te!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì Marghe, confermo: lui ci piace.
      Forse non è il libro perfetto, ma scorre via che è un piacere.
      Leggerò sicuramente qualcos'altro di suo.

      Elimina
  3. Stile o non stile, senza sostanza sarebbe stato di una noia tremenda. È stato divertente, magari lo rifacciamo! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma certo che lo rifacciamo!
      Quando ero più piccola (ma anche adesso, in realtà) sognavo di poter partecipare a un gruppo di lettura di quelli che si vedono nei film, nelle serie tv o di cui si legge nei libri americani. Per diversi motivi non mi è mai stato possibile e il gdl online è un ottimo sostituto.
      E poi siamo stati tutti così bravi, abbiamo parlato, commentato... In più le tappe non erano "invalidanti", nel senso che si riusciva benissimo a portare avanti anche un'altra lettura se si voleva (io l'ho fatto). Insomma, io voto per rifarlo :D

      Elimina
    2. L'avete voluto voi, eh! :P
      Mi metto subito all'opera!

      Elimina
  4. Questo mi manca, di Auster ho letto però "La notte dell'oracolo", che mi è piaciuto molto ed ho poi consigliato come lettura in un GDL che ho creato con alcuni amici :)
    Mi sono segnata anche questo titolo.

    Valentina
    www.peekabook.it

    RispondiElimina

Posta un commento