Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso | Fëdor Dostoevskij



— Io so tutto. Tutte queste cose le ho già pensate e ripensate e bisbigliate a me stesso migliaia di volte, quando ero là sdraiato al buio... le ho discusse e ridiscusse fino all'ultimo infinitesimo particolare, e so tutto, tutto! E mi son venute talmente a noia, ma davvero, tutte queste chiacchiere!Volevo dimenticare tutto e ricominciare tutto dapprincipio, Sònja, e smetterla di chiacchierare! Non crederai davvero che sia andato là come uno stupido, che mi ci sia tuffato a capofitto? Ci sono andato con le idee chiare, ed è proprio questo che mi ha rovinato! [...] Ho sofferto la tortura di tutte queste chiacchiere, Sònja, e a un certo punto ho voluto scuotermele dalle spalle: ho voluto, Sònja, uccidere senza casistica, uccidere per me stesso, per me solo! Non volevo mentire, in questo, neppure a me stesso! Non era per aiutare mia madre, sono tutte sciocchezze! Non ho ucciso per raggiungere la ricchezza e il potere per diventare un benefattore dell'umanità. Sciocchezze! [...] Ho semplicemente ucciso; ho ucciso per me stesso, soltanto per me: che poi fossi diventato un benefattore di qualcuno, oppure, come un ragno, avessi acchiappato gli altri nella mia ragnatela per tutta la vita, succhiando a tutti il sangue, in quel momento non doveva importarmene nulla, proprio nulla!... e soprattutto, non era il denaro che mi serviva, Sònja, quando ho ucciso; non era tanto il denaro che volevo, quanto un'altra cosa... tutto questo ora lo so... Capiscimi bene: forse, andando per quella strada, non avrei commesso mai più un delitto. Avevo bisogno di sapere un'altra cosa, era qualcos'altro che mi spingeva la mano: avevo bisogno di sapere allora, e di saperlo al più presto, se ero un pidocchio come tutti oppure un uomo! Sarei stato capace di scavalcarlo l'ostacolo, o no? Avrei osato chinarmi e raccogliere quello che avevo a portata di mano, oppure no? Sono una tremante pavida creatura, oppure ho il diritto...
— Di uccidere? O avevate il diritto di uccidere? — esclamò Sonja, battendo le mani.
— E... eh, Sonja! – gridò Raskolnikov, irritato, e voleva ribattere qualcosa, ma si interruppe e la guardò con disprezzo. — Non mi interrompere, Sonja! Volevo dimostrarti solo una cosa: che il diavolo allora mi trascinò, e soltanto dopo mi spiegò che non avevo il diritto di andarci, perché ero proprio un pidocchio come tutti! Mi ha preso in giro, e io ora sono venuto da te! Accogli quest'ospite! Se non fossi un pidocchio, sarei venuto da te? Ascoltami: quando sono andato dalla vecchia quel giorno, ci sono andato solo per provare... sappilo!
— E l'avete uccisa! L'avete uccisa!
— Sì, ma come l'ho uccisa? Si uccide in quel modo? Si va cosi a uccidere, come ci sono andato io? Un giorno ti racconterò come ci sono andato... Ho forse ucciso quella vecchia? Ho ucciso me stesso, non quella vecchia! Mi sono accoppato con un colpo solo, e per sempre!... E quella vecchia l'ha uccisa il diavolo, non io... Basta, basta, Sonja, basta! Lasciami stare — gridò a un tratto, con un'angoscia spasmodica — Lasciami stare!
(da Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij)

Commenti

  1. Una piccolissima parte del brano che hai scelto è anche citata ne I Demoni di San Pietroburgo di Montaldo. Si tratta di una casualità o è un riferimento cercato?

    Davide

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    1. Significherà che la tua sensibilità ha dei punti in comune con quella di Montaldo. Spero che tu legga questa considerazione come un complimento.
      ---
      Siccome non è mia abitudine commentare nonostante ti legga con assiduità (mi piace molto come e di cosa scrivi), ne approfitto ora per farti gli auguri di buon anno... Che il 2014 sia per te ricco di belle occasioni e di stimolanti scoperte!

      Ancora auguri,
      Davide

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    2. Davvero? Che gioia che mi dai.
      Mi prendo tutto il complimento e ricambio gli auguri con grande piacere.
      A presto!

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