La bellezza delle cose fragili di Taiye Selasi

Per accompagnarvi in questo libro devo partire lentamente, con garbo. Andiamo, vi faccio strada. Lasciate le scarpe qui, all'ingresso, e varcate la soglia. Avete mai visto una struttura del genere? Un cortile attorno al quale si aprono quattro porte, una ad ogni angolo, una casa "costruita intorno", che contiene ed è contenuta a sua volta. Era un progetto folle al tempo, una struttura inusuale; non si erano mai viste abitazioni così ad Accra. Accra è la capitale del Ghana. Sì, siamo in Africa. L'uomo che vedete in giardino è Kweku. È lui che ha progettato la casa in questo modo. La disegnò d'istinto, su un tovagliolo, affinché non gli volasse via. È così che la voleva; per sé, per loro, per la famiglia

Kweku si accascia a terra. Sta male. Lui è un medico, queste cose le capisce. Voi non riuscite vederlo ma il suo cuore si è spezzato in quattro punti. Semplici incrinature, che per anni non ha mai curato. Lui lo sa, lo sa che sta morendo. Sta morendo, ed è solo. Ma è proprio in quel momento, quando dovrebbe urlare, chiedere aiuto, provare a salvarsi, quando dovrebbe piangere e disperarsi, e maledire il mondo, e maledirsi, quando dovrebbe fuggire, è in quell'istante che si blocca e la vede: la bellezza.
Kweku si ferma sulla soglia e ammira lo spettacolo, senza fiato, appoggiato con la spalla alla porta scorrevole aperta per metà. Pensa - e una fitta gli afferra il petto - che a volte il mondo è troppo bello. Che non ha peso, il mondo - la rugiada sull'erba, la luce sulla rugiada, la sfumatura di quella luce -, ed è un'idea difficile da accettare, per un medico come lui, consapevole che queste cose quasi mai vivono più di una notte - accettare che queste cose esistano nel mondo ma non per il mondo, non a lungo, almeno; per il mondo come lo vede lui, un posto brutale, un posto che confonde, che ti sfianca. Difficile accettare che queste cose o verranno spezzate o fuggiranno via lasciandosi dietro un senso di perdita.
Il libro, nella versione originale, è intitolato Ghana Must Go, appellativo con il quale si fa riferimento al periodo, l'inverno del 1983, durante il quale il governo nigeriano spiccò un ordine di espulsione per circa due milioni di ghanesi. È un titolo che assume pieno significato all'interno del contesto nel quale è stato ideato, ma non credo che avrebbe avuto grosso riscontro se fosse arrivato a noi senza alcun adattamento. Perché, per quanto possiamo sforzarci di essere migliori, facciamo sempre gli stessi errori. Perché quello che non riconosciamo, quello che non capiamo, lo teniamo a distanza. Noi, un titolo del genere, non l'avremmo mai compreso fino in fondo.

E allora eccola, La bellezza delle cose fragiliCome se fosse semplice, spiegare la bellezza, come se potesse essere racchiusa in un concetto finito e definito, come se potesse assumere un solo volto, una sola voce. Che cos'è la bellezza? La bellezza è una lacrima troppo densa, un'emozione rotta che si blocca in gola. La bellezza è un abbraccio stretto, le unghie nella carne, un abbraccio con tutto il corpo, per paura di mollare la presa e cadere a pezzi. La bellezza è tornare a casa e scoprire di non essere mai partito. La bellezza è la sensazione di appartenere a qualcosa, di farne parte ancora, nonostante tutto.
E poi il Ghana, poi l'odore del Ghana, una contraddizione, un vaso d'argilla incrinato: l'odore di siccità e umidità allo stesso tempo, l'umido della terra e l'aridità della polvere. L'aeroporto. Corpi che spingevano, tiravano, gridavano, mendicavano, toccavano, respiravano. Li aveva dimenticati, i corpi. La vicinanza dei corpi. In America i corpi erano distanti. Il calore che emanavano.
Una commozione prolungata e sottile: questo è quello che Taiye Selasi ci regala attraverso la storia della famiglia Sai; di Kweku, di sua moglie Folasade, di Olu, il maggiore, di Taiwo e Kehinde, i gemelli, e di Sadie, la più piccola. La storia di una famiglia che si perde negli sbagli, nei torti e nelle mancanze, che si sgretola, a contatto con una realtà che non riesce a gestire. E allora ognuno cerca di costruirsi un'esistenza propria, a prescindere dagli altri, allontanandosi quel poco che basta per distinguere i respiri. Ma sono muscoli e tendini, e sangue, e arterie, che li legano insieme, che li tengono stretti l'uno a l'altro, che li ricongiungono ogni volta.
Si tocca la pancia come fa sempre in queste situazioni, quando la paura si affaccia timidamente senza mostrarsi del tutto, quando c'è qualcosa che non va ma lei ancora non sa cosa o quale dei suoi figli - è da lì che sono usciti - possa riguardare. 
[...] Si tocca la pancia in quattro punto diversi, i quadranti del busto tra la vita e il petto: prima in alto a destra (Olu) sotto la mammella, poi in basso a destra (Taiwo), dove c'è la piccola cicatrice, poi in basso a sinistra (Kehinde) accanto a Taiwo, poi in alto a sinistra (Sadie), la piccola, il suo cuore. Soffermandosi qualche istante su ciascuno di questi punti per concentrarsi sulla sensazione, il movimento o la staticità che avverte sotto il palmo. E sente: Olu: tutto tranquillo. Tristezza, come al solito, soffusa e persistente come il rumore di un ventilatore. Taiwo: tensione. Qualcosa che tira piano. Ma nessuna sensazione di pericolo, niente di allarmante. Kehinde: l'assenza, l'eco del silenzio reso sopportabile dalla certezza che, casomai fosse, lei l'avrebbe capito. Infine, Sadie: farfalle svolazzanti, una nuova inquietudine, una nuova ricerca di qualcosa, qualcosa che non riesce a trovare. 
Bene. Tristezza, tensione, assenza e angoscia - ma stanno tutti bene.
La scrittrice Elizabeth Gilbert ha detto che questo libro sembra contenere il mondo intero. Lo penso anch'io: c'è  tutto il mondo in queste pagine. Così reale e violento. E fragile. Bellissimo.



la-bellezza-delle-cose-fragili-Selasi-coverTaiye Selasi
La bellezza delle cose fragili

Traduzione di Federica Aceto
Einaudi
2013
pp. 344
ISBN 9788806208028

Commenti

  1. Bravissima!
    Sono queste le sensazioni che l'autrice ha spiegato nell'incontro: un dolore taciuto che mette a repentaglio l'esistenza di una famiglia.

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    1. Si vede che ho centrato il senso del libro allora.
      Ne sono davvero contenta!

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  2. Ma... Vi siete messe d'accordo?!? http://littlemissbook.blogspot.it/2013/11/incontro-con-taiye-selasi.html
    :D

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    1. Sì, Marina l'ha incontrata e io l'ho "letta".
      È stato un caso, una piacevole coincidenza! :)

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  3. Ciao! Ho appena scoperto il tuo blog e sembra davvero interessante... mi unisco ai lettori fissi :D

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    1. Ciao Angie, grazie di essere passata e... buone letture! :)

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  4. Ok, volevo già leggere questo libro dopo l'incontro con Selasi a Masterpiece, la tua recensione mi ha solo convinto ancora di più...

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    1. Aspetto le tue impressioni allora.
      Spero ti piaccia almeno quanto è piaciuto a me.

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  5. Già mi incuriosiva... le tue parole mi hanno definitivamente convinta.

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  6. Ciao bellissima recensione. Io sto leggendo il libro, sono all'inizio ma promette davvero bene. Non ho capito una cosa però. Nella casa che lui ha progettato alla fine poi ci ha vissuto con l'intera famiglia o solo con la seconda moglie? Perchè all'inizio del libro loro stanno in America.. E poi ci sono scene (dove Kweku muore) in cui è solo in Ghana. Potresti spiegarmi meglio?!

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    1. Ammetto che anche io ho avuto un attimo di smarrimento sulla questione case.
      Alla fine comunque ci ha vissuto con la seconda moglie.
      Quando lui era ancora chirurgo presso l'ospedale erano tutti in America, poi succede quel che succede e si dividono.
      Fola torna in Africa dopo, quando eredita la casa.

      Ciao!

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  7. Ahahaha grazie mille, sei stata gentilissima. Non riuscivo a continuare. Ora sono arrivato alla parte in cui parla Taiwo a pagina 40. E quando racconta l'episodio di quando era piccola e si sveglia di notte e vede quella statua.. Dov'è? Quella statua è in America giusto?

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    1. Eh sì. Tu conta che loro, Kweku e Fola, sono partiti per l'America a seguito della borsa di studio, quindi la loro vita l'hanno svolta lì sostanzialmente.

      p.s.: io adoro Taiwo, ma ancor di più amo Kehinde!

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  8. Quindi la scena di Taiwo che si spaventa della statua di "Fola con i gemelli" è in America.. E non nella casa in Ghana?! Il libro è scritto in modo impeccabile, solo che a volte mi ci perdo nei vari flashback.
    PS: Kehinde secondo me è il personaggio più particolare.

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    1. Non ho ben presente quella scena in questo momento.
      Però è vero, i flashback sono parte integrante della struttura narrativa, ragion per cui se ne trovano spesso. Però, se posso darti un consiglio, non focalizzarti tanto su "come" e "dove". Lasciati prendere più dal "cosa", che è quella la parte più forte di tutto il libro.

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  9. Hai ragione, anche perchè le immagini che crea la scrittrice sono davvero belle ed emozionanti. Se posso chiederti un'ultima cosa, se non disturbo oltre, che voto daresti al libro da 1 a 10?

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    1. Brutta, brutta domanda. Nel senso che non mi piace tanto esprimere un voto per una lettura, perché un 7 dato ad un libro non è lo stesso 7 dato all'altro. Ci sono tantissime ragioni e altrettante variabili. Però posso dirti, senza ombra di dubbio, che questo è uno dei libri migliori che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni.

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  10. Hai nuovamente ragione. Scusa tanto il disturbo. Sei stata molto gentile, ora posso proseguire la lettura seguendo anche il tuo consiglio. Grazie mille, ciao :)
    PS: Spero piaccia a me quanto è piaciuto a te.

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  11. lo metterò in wish list, sembra incantevole :)

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  12. È appena arrivato!!!! Dopo aver letto il post, aumenta il desiderio di tuffarmici.
    Per ora, grazie! Ne riparleremo presto.
    Un abbraccio

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