La trilogia dell’assurdo di Albert Camus: Lo straniero

Per dare un'interpretazione completa del romanzo Lo straniero, dovremmo sciogliere un nodo che da molto tempo affligge la filosofia, la psicologia (e anche me): cos'è la normalità? Nel nostro quotidiano, a ogni avvenimento è convenzionalmente collegata una determinata reazione emotiva, una reazione consona alla situazione, una reazione “normale”. La questione alla base del romanzo nasce proprio dall'enorme contrasto del comportamento del protagonista rispetto alle suddette regole di comportamento: Meursault non reagisce normalmente alla morte della madre. Non ne è felice, sia chiaro, ma non è disperato: è indifferente, e non a causa di rancori repressi o comune astio madre-figlio. Questa immunità emotiva porterà Meursault, passando per alcune sfortunate coincidenze, a subire un processo e la condanna che ne conseguirà.

L'incipit è rivelatore:
Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un telegramma dall'ospizio: "Madre deceduta. Funerali domani. Distinti saluti." Questo non dice nulla: è stato forse ieri.
Ma c'è un altro passaggio che rappresenta in pieno modo di pensare del protagonista e consiste in una breve discussione che si instaura tra l'uomo e la sua ragazza:
La sera Maria è venuta a prendermi e mi ha domandato se volevo sposarla. Le ho detto che la cosa mi era indifferente, e che avremmo potuto farlo se lei voleva. Allora ha voluto sapere se l'amavo. Le ho risposto, come già avevo fatto un'altra volta, che ciò non voleva dire nulla, ma che ero certo di non amarla. "Perché sposarmi, allora?" mi ha detto. Le ho spiegato che questo non aveva alcuna importanza e che se lei ci teneva potevamo sposarci, Del resto era lei che me lo aveva chiesto e io non avevo fatto che dirle di sì. Allora lei ha osservato che il matrimonio è una cosa seria. Io ho risposto "No."È rimasta zitta un momento e mi ha guardato in silenzio. Poi ha parlato: voleva soltanto sapere se avrei accettato la stessa proposta se mi fosse venuta da un'altra donna cui fossi legato nello stesso modo. Io ho detto "Naturalmente".
Questa eccessiva passività agli eventi potrebbe rimandare alle trame kafkiane; il paragone però non è del tutto corretto perché, sebbene entrambi gli autori carichino i propri protagonisti di arrendevolezza e rassegnazione, i personaggi di Kafka sono consapevoli delle ingiustizie che stanno subendo e non si ribellano (ricordiamo Josef K. in Il processo, ma anche Gregor Samsa in La metamorfosi): sono vittime a tutti gli effetti. Meursault non è una vittima perché si rende conto che probabilmente non è giusto quello che gli sta accadendo ma non avverte alcun dispiacere, non se ne dispera, non soffre. Ecco, questa è la differenza: Kafka, attraverso suoi romanzi, trasmette la sofferenza dei personaggi e questo provoca nel lettore un automatico senso di comprensione mentre Albert Camus non ci mette dolore nella sua storia, almeno non inizialmente, quindi leggendo non si avverte alcuna compassione ma un forte disagio, non si arriva a capire cosa il personaggio stia provando, come se si parlasse emozionalmente due linguaggi diversi.

Notate, ancor più adesso, la differenza tra le due opere di Camus? Sebbene siano entrambi due personaggi consci dell'assurdità della vita, sebbene avvertano una comune indifferenza al mondo e nonostante vivano la stessa tragedia (la perdita di una persona cara), Caligola è un uomo in rivolta, è pazzo nella sua crudeltà, è crudele nella sua pazzia. Meursault non è una vittima e non è un folle: Meursault è uno straniero.
Mi ha chiesto se quel giorno avevo sofferto. Questa domanda mi ha molto stupito e mi è parso che sarei stato molto stupito e mi è parso che sarei stato molto imbarazzato se avessi dovuto farla io ad un altro. Comunque gli ho risposto che avevo un po' perduto l'abitudine di interrogare me stesso, che mi era difficile informarlo. Naturalmente volevo bene alla mamma, ma questo non significava nulla. Tutte le persone normali, gli ho detto, hanno una volta o l'altro desiderato la morte di coloro che amano. Ciò che potevo dire con sicurezza è che avrei preferito che la mamma non fosse morta. Ma l'avvocato non mi è parso soddisfatto."Questo non basta" mi ha detto.


straniero-Camus-libro-coverAlbert Camus
Lo straniero
Bompiani
2001 pp. 176
ISBN 9788845247460

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